Raimondi comprese fin dall’inizio che lo studio esaustivo
della natura del Perù significava risalire al momento stesso della sua
scoperta e, a partire da quel momento, alle successive esplorazioni che poco
a poco svelarono al mondo le ricchezze di questa variegata e privilegiata
regione.
La redazione della “La Storia della Geografia del Perù”, che fu pubblicata
nei volumi II e III della sua opera “Il Perù”, rappresentò per il suo tempo
il compendio storiografico più completo della geografia del nostro paese.
Nella prima parte del volume II Raimondi, oltre alla cronologia e agli
itinerari dei suoi viaggi sulle Ande, fa un interessante analisi
dell’impressione che questo nuovo territorio causò nei colonizzatori
spagnoli. Le cronache della conquista redatte dai più importanti autori del
tempo come Zárate, Gamarra, Cieza de León, Garcilazo, Herrera, ecc., sono
confrontati con le sue conoscenze del Perù. Questa parte della sua ricerca
ha come punto culminante la mappa dove mostra l’itinerario della conquista
spagnola, disegnata con un’incredibile precisione per quell’epoca (v.g.
1875); questo documento costituì un’anticipazione della mappa nazionale che
pubblicò dopo alcuni anni.
In questo volume risalta anche l’importanza della chiesa cattolica e della
sua opera evangelizzatrice, nella scoperta di nuovi territori, specialmente
nell’oriente peruviano. E’ il periodo dei viaggi raimondiani lungo le
vallate degli enormi e serpeggianti fiumi amazzonici come il Pangoa, il
Tambo, il Perené, lo Huallaga, il Marañon, il Napo e l’imponente Amazonas.
Tra i molteplici dati, sono notevoli quelli inerenti la scoperta della
popolazione dei “Conibos”, sulle rive del fiume Ucayali, come anche la
presentazione dei risultati delle spedizioni scientifiche più importanti del
XVIII secolo, come quelle comandate da Feullièe, Fritz, La Condamine, Jorge
Juan o Antonio de Ulloa.
Il volume III possiede una grande originalità se consideriamo che si tratta
di un riassunto delle spedizioni compiute in Perù tra il 1801 e il 1878, un
anno prima della pubblicazione di questo volume. Ha particolare rilievo il
fatto che in quest’opera, Raimondi faccia una marcata separazione tra i
lavori scientifici e quelli che a suo giudizio erano cronache di viaggi
fantasiosi, veri e propri racconti di fantascienza, molto in voga in quegli
anni. Un altro contributo significativo che si trova nel volume III, è la
sintesi delle varie spedizioni verso il bacino delle Amazzoni, patrocinate
dallo stato peruviano, le quali, insieme ad altre considerazioni di ordine
storico, convalidano i diritti del Perù sui territori ubicati all’oriente
della Cordigliera delle Ande. Il titolo di una delle carte geografiche di
Raimondi è altrettanto eloquente: “Mappa del Perù che segna i confini con
altri Paesi vicini, sui quali ha diritto secondo Documenti Antichi e
Moderni”
L’immagine del Perù che risulta dai suoi appunti, così come dalle
riflessioni sulla sua storia, mostrano l’elevato grado di impegno
professionale e personale di uno scienziato verso l’oggetto di studio.
Attraverso ciascuna delle pagine dei suoi quaderni di viaggi, Raimondi si
identifica con tutti coloro che lo hanno preceduto nei suoi percorsi
attraverso queste terre, affermandosi così come il “cronista” più notevole
del XIX secolo.
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